MASSIMO SANSAVINI
Un’esplosione di forme e colori prende vita dalla bocca di un vulcano. Lungo le pareti mettono radici piante mai viste, dai poteri magici. Una fila di cuori infuocati vibra in incastri segreti e perfetti, mentre l’occhio di un uragano osserva e trascina come una divinità il mondo dentro e fuori di sé.
The Great Escape, prima mostra della galleria Wonder, è un richiamo della foresta verso le forze più intense della natura, una cosmogonia personale e universale, un Codex Seraphinianus in legno laccato in cui ogni tassello, ogni opera, vive di vita propria e prende significato da quella che la precede.
La mostra abbraccia un arco temporale di quasi 20 anni, dalle tavole di Kindergarten alle ultime creazioni realizzate per l’apertura del nuovo spazio a via del Governo Vecchio a Roma.
Massimo Sansavini (Forlì, 1961) ha iniziato il proprio percorso a inizio anni ‘80 all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, partendo dall’uso del mosaico. Nella sua quarantennale carriera arriva a una sintesi stilistica e tecnica unica, che abbraccia e fonde pop e simbolismo, materiali caldi e metallici. La sua poetica è un inno alla vita e alla natura, come appare nella sua “Rotonda dei fiori”, opera monumentale con piante alte cinque metri e ospitate in una delle tipiche rotonde della sua Romagna, un giardino fiorito in materiali ecosostenibili. Una poetica con una forte attenzione all’impegno civile e per i diritti umani, come nelle opere di “Tour operator” (2016) realizzate con il legno delle barche dei migranti approdate a Lampedusa e raffiguranti timoni, onde e rose dei venti, giochi di fortuna compagni di traversata dei piccoli naufraghi. Una mostra itinerante ospitata anche all’interno del parlamento Europeo di Bruxelles. Massimo Sansavini, ha vissuto ed esposto a fine anni ‘90 in Brasile, su invito di Oscar Niemeyer, oltre che in tutta Europa e nei principali musei italiani. Le sue opere sono nelle più importanti collezioni italiane e internazionali.